Zinco rame e nichel, oppure alpacca, o ancora argento tedesco? Forse sono la stessa cosa?
Argento, oro e platino, o ancora leghe di argento e altri elementi mescolati in varie percentuali: quali sono i metalli più utilizzati per costruire i flauti traversi?
Se sei curioso di scoprire quali materiali impreziosiscono maggiormente il flauto traverso e in quali parti vengono impiegati nella produzione di questi strumenti, questo è l’articolo che fa per te.
Mettiti comodo e lasciati accompagnare attraverso il luccicante mondo dei metalli e del flauto.
Quando ci si avvicina al flauto traverso quasi sempre non si hanno bene le idee chiare riguardo a che strumento vogliamo possedere, in effetti ci sono tante variabili che differenziano questi strumenti, e per un neofita spesso la cosa che conviene fare è affidarsi ai consigli di un buon maestro o di chi ha già esperienza. Ci sono naturalmente alcuni bravi venditori che sanno veramente cosa stanno vendendo e hanno a cuore la soddisfazione del proprio cliente oltre che la propria.
Difficilmente nella scelta del nostro primo flauto capiremo subito cosa significano argento 925, argento sterling, argento tedesco, oppure argento Britannia 958, così come ci metteremo un poco a realizzare che in effetti la famosa “alpacca” non è altro che una lega di zinco, nickel e rame e che può essere anche chiamata proprio argento tedesco.
Che cosa sono tutti questi nomi? Nei prossimi paragrafi scoprirai le caratteristiche dei metalli utilizzati per costruire il flauto traverso e in quali parti di questo vengono utilizzate via via che ci orientiamo su strumenti di fascia alta.
L’alpacca: cominciamo con la lega metallica più economica e molto diffusa negli strumenti di fascia bassa e non solo: l’alpacca, miscela di nickel, zinco e rame, che offre un costo di produzione basso e qualità accettabili per chi non necessita di uno strumento superlativo perché magari si trova all’inizio del proprio percorso di studi e non ha interesse a spendere molti soldi.
L’alpacca, chiamata anche argento tedesco o argentone, viene impiegata sul corpo del flauto e nel caso di prodotti di costo molto basso anche sulla testata, a volte anche per la boccola. A proposito di questa lega, ce n’è una che si chiama Cupronichel dove il nichel è l’elemento più presente; per questo sconsigliamo altamente di acquistare questi flauti perché sappiamo tutti che il nickel può provocare allergie, visto che il flauto lo suoniamo con la bocca meglio non rischiare!
Nella prossima immagine vediamo un flauto fatto interamente di alpacca, si tratta di un modello molto economico che costa circa cento euro, lo inseriamo in questo articolo solo a scopo informativo; notare che nel prezzo sono compresi gli accessori per la pulizia, la custodia e lo stand.
L’argento e i flauti: per produrre flauti di qualità migliore, i costruttori possono placcare d’argento gli elementi dello strumento, oppure sostituire la lega economica con altre leghe, partendo naturalmente dalla testata e soprattutto la boccola, visto che queste sono le parti del flauto che più vengono a contatto con il nostro viso.
Ecco che nei flauti di fascia bassa troviamo anche quelli con la testata placcata argento e la boccola in argento 925, chiamato anche argento sterlina, in inglese “sterling silver”. Possiamo affermare che questo è il primo upgrade che dovremmo aspettarci da un flauto traverso.
L’oro utilizzato nei flauti: per quanto riguarda l’oro, questo viene impiegato nei flauti in diverse carature, partendo dai 9K per arrivare fino al 24 carati, e tra i metalli preziosi più ambiti troviamo anche il platino.
Nella prossima immagine possiamo vedere un flauto in oro 14K della Altus, il modello è il 5607
Come influisce il metallo impiegato nella costruzione del flauto sul suono che otteniamo? Rispondere a questa domanda non è affatto semplice, perché come sappiamo il suono che otteniamo da uno strumento musicale lo determina in gran parte l’esecutore. Ci sono alcuni aspetti che riguardano la densità e la durezza dei materiali che sicuramente influenzano in qualche modo la generazione del timbro e la sua risonanza, tuttavia non esistono evidenze certe che sia il solo materiale a influenzare il suono.
Le scuole di pensiero sono due, e a titolo d’esempio possiamo citare che è stato condotto uno studio in cui sono stati fatti suonare a uno stesso esecutore due flauti, uno in oro e l’altro in argento: durante la prova al flautista è stato detto che stava suonando due strumenti identici e il risultato è che il suono prodotto era pressoché lo stesso.
La cosa più probabile è che per apprezzare la differenza di suono tra un flauto e l’altro bisogna considerare diverse variabili oltre che ai metalli impiegati per costruirlo, tra queste il taglio della boccola, la meccanica, il tipo di assemblaggio, e la qualità generale della fabbricazione e delle regolazioni.
Sicuramente i materiali rendono prezioso lo strumento per l’effetto che si ottiene alla vista, al tatto e quando lo si suona.
Bene, questo articolo sui metalli impiegati per costruire i flauti traverso termina qui, noi ci vediamo presto su queste pagine con un nuovo argomento, e intanto vi auguriamo buona musica!