Suonare l’ocarina comporta un ottimo controllo dell’emissione dell’aria, infatti questo strumento risente enormemente, oltre che delle condizioni climatiche (temperatura) anche del modo in cui soffiamo l’aria al suo interno e della quantità della stessa. In questa lezione impariamo a gestire l’aria che immettiamo nell’imboccatura dell’ocarina per suonare note sempre intonate o per variare consapevolmente la loro altezza.
Come già visto nella lezione riguardante la tecnica per suonare l’ocarina, imparare a soffiare in modo corretto assicura che le note che otteniamo siano intonate; questo è importante soprattutto quando suoniamo con gli altri. L’ocarina è uno strumento di base “stonato” e siamo noi che dobbiamo intonarlo di volta in volta con la corretta diteggiatura e la corretta emissione dell’aria.
L’effetto dell’aria sulle note dell’ocarina: l’ocarina viene costruita con una certa curva dell’aria, cosa significa questo? In pratica, man mano che saliamo dalle note gravi a quelle acute, la quantità di aria che dobbiamo soffiare e sostenere per fare uscire la nota aumenta. Il perché di questa necessità risiede nel principio per cui l’ocarina funziona: più apriamo fori, più aria serve per superare la pressione soglia all’interno della camera oltre la quale la nota esce.
Per sperimentare questo fenomeno con lo strumento ci basta suonare la nota più bassa (quella con tutti i fori chiusi) e quella di un’ottava più in alto, per esempio il do e il DO su un’ocarina di questa tonalità. Mantenendo la stessa pressione dell’aria per le due note ci accorgeremo che mentre la prima nota esce tranquillamente, la seconda si spegne. Ecco che per ottenere il DO della seconda ottava dobbiamo soffiare più forte. Attenzione! Se soffiamo troppo forte la nota diventa crescente (troppo acuta) e anche il volume aumenta troppo.
Da ciò che hai appena letto, evinciamo che ogni nota sull’ocarina richiede una certa quantità di aria e noi impareremo e memorizzeremo quanta aria serve per ognuna delle note. Naturalmente per suonare note vicine potremo in pratica non cambiare questa quantità, ma appena il salto di nota è maggiore questo deve avvenire.
Nella prossima figura possiamo vedere un esempio di curva di emissione dell’aria necessaria per suonare una classica ocarina; sull’asse delle ordinate abbiamo la quantità di aria e su quello delle ascisse l’altezza delle note. Questa rappresentazione è indicativa poiché la curva di emissione dell’aria delle ocarine può variare a seconda del costruttore e del modello.
Come si vede nella figura, la variazione dell’emissione dell’aria non è una linea retta ma una curva di tipo logaritmico, in pratica più saliamo con le note più la variazione di aria necessaria aumenta; ci sono alcuni modelli di ocarina che presentano una curva più lineare e chiaramente questi offrono maggior facilità nel controllo dell’emissione.
Effetto della temperatura sull’intonazione dell’ocarina: come accennato all’inizio di questa lezione, l’intonazione dell’ocarina è molto influenzata dalla temperatura dell’ambiente in cui suoniamo. Quando la temperatura scende le note diventano calanti (più gravi) e quando invece la temperatura sale le note diventano crescenti (più acute). Per compensare il cambio di intonazione dovuto alla temperatura noi agiremo sull’emissione dell’aria, soffiando di più con temperature fredde e meno con temperature calde. Riguardo a questo argomento, teniamo conto comunque che le note più acute risentono meno di questo fenomeno.