COME SUONARE L'OCARINA
LE NOTE E LA DITEGGIATURA

Come suonare l'ocarina - le note e la diteggiatura

Come si suona l’ocarina? Quali note possiamo ottenere da essa? Qual è la diteggiatura per emettere sia le note naturali che quelle alterate?

Benvenuto in questa lezione, oggi ti spiego quali note possiamo suonare con questo strumento e ti mostrerò anche la diteggiatura necessaria per eseguirle. L’ocarina è un bellissimo oggetto musicale abbastanza semplice da imparare, tuttavia memorizzarne la diteggiatura necessità di pratica e pazienza. Se vuoi imparare a suonare l’ocarina mettiti comodo e scopriamo subito gli argomenti di oggi.

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Le note che possiamo suonare con l’ocarina: come abbiamo visto nell’articolo riguardante i vari modelli di ocarina, questo è uno strumento che viene venduto con una certa accordatura, tra le più diffuse e utilizzate ci sono quella in do e quella in sol. In particolare quella chiamata DO3, oppure do contralto è una delle ocarine più apprezzate da chi si avvicina a questo strumento, e questo modello è anche quello che io utilizzo nei miei video e nei miei corsi. Nella figura seguente vediamo la diteggiatura delle note di questa ocarina.

Diteggiatura per suonare le note dell'ocarina

Nell’immagine precedente troviamo la diteggiatura per suonare l’ocarina in modo cromatico, quindi per eseguire tutte le dodici note del nostro sistema musicale. Lo schema mostrato in figura si riferisce a un’ocarina standard a dieci fori, tieni presente però che a seconda dei costruttori alcune note possono essere eseguite con una diteggiatura differente, soprattutto per quanto concerne le note alterate.

Le dodici note del nostro sistema musicale sono rappresentate sul pentagramma nella prossima immagine e costituiscono tutte le note che possiamo usare per suonare la nostra musica occidentale moderna; in essa sono raffigurate un’ottava musicale completa (da do a do) più un altro pezzetto di ottava.

Le note della scala cromatica

Per capire meglio il concetto delle note che possiamo suonare con l’ocarina, le dodici note del sistema cromatico le possiamo anche vedere rappresentate sulla tastiera del pianoforte come nella figura di seguito; sul pianoforte le note alterate sono i tasti neri.

Le note sulla tastiera del pianoforte

Ocarine in tonalità di sol e altre tonalità: se invece di un’ocarina in do maggiore compriamo un’ocarina in sol maggiore o in un’altra tonalità, lo schema della diteggiatura rimane lo stesso e a cambiare sono le note che otteniamo; su un’ocarina in sol per esempio avremo che a partire dalla nota più grave con i fori tutti chiusi suoneremo un sol, poi a seguire sol#, la, la#, si, DO, DO#, RE, RE#, MI, FA, FA#, SOL, SOL#, LA, LA#, SI e DO+. Le note scritte in minuscolo sono riferite all’ottava bassa dello strumento, quelle in maiuscolo sono suonate sulla seconda ottava e quelle con il + sono sulla terza ottava relativa; ti ricordo che l’ocarina standard a 10 fori ha un’estensione musicale di circa un’ottava e mezza e ci permette di suonare ben 18 note.

La posizione delle mani per suonare l’ocarina: per suonare l’ocarina, come vediamo sempre nella figura precedente, utilizziamo le dita della mano sinistra sui fori esterni dello strumento, mentre con la mano destra operiamo sui fori interni della sua superficie superiore; i due pollici chiudono e aprono i fori sottostanti. Naturalmente quando suoniamo l’ocarina le dita svolgono anche la preziosa funzione di bilanciare lo strumento come si vede nella prossima immagine.

Posizione delle mani per suonare ocarina

L’ocarina è uno strumento particolare poiché oltre a fornirci una diteggiatura standard, in linea teorica ci permette di suonare la stessa nota con combinazioni di apertura di fori diverse; infatti il principio su cui si basa l’emissione delle note è tale che l’altezza della nota suonata è in relazione al rapporto tra la superficie della camera aperta e il suo volume totale. In altre parole, invece di chiudere e aprire alcuni fori potremmo semplicemente socchiuderne uno, come avviene per la nota do# ( mostrata in alto nell’immagine sopra che mostrava la diteggiatura) e ottenere l’alterazione cromatica della stessa.

Questa tecnica richiede una buona dose di pratica ma può rivelarsi molto utile quando suoniamo alcuni particolari passaggi musicali. 

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